NONNO ALBINO BERNARDINI E I SUOI NIPOTINI
E' stata una vera sorpresa per me ricevere da Albino Bernardini questo suo ultimo libro, che segnalo affettuosamente agli insegnanti della scuola elementare e ai loro bambini, suggerendo di utilizzarlo come lettura per le vacanze, considerato che siamo oramai alle soglie dell’estate.
Il libro ha un titolo molto semplice, così come semplice è la sua struttura e la sua scrittura: “Nonno perchè non ci sgridi mai?”. È freschissimo di stampa: è stato, infatti, pubblicato in questo mese di maggio 2003 a Bagni di Tivoli, la città dove vive l’autore, il famoso “maestro di Piatralata”. Il volume (pp. 102, Euro 8,50) è stato illustrato da Angelo Falciano e contiene una breve prefazione epistolare di Marcello Argilli. Albino Bernardini è uno dei più grandi scrittori italiani per ragazzi, fraterno amico del compianto Gianni Rodari, conosciuto all’epoca del Movimento di Cooperazione Educativa (MCE). È nato a Siniscola, in provincia di Nuoro, nel 1917, ha partecipato alle campagne di Albania, Grecia e Jugoslavia durante la seconda guerra mondiale, esperienza di cui ha parlato in un libro molto importante: “Disavventure di un povero soldato” (Juvenilia, 1988), dedicato “ai ragazzi di tutto il mondo perchè capiscano meglio quanto è brutta e terribile la guerra”.
È stato uno dei più famosi insegnanti elementari, molto combattivo e innovativo, impegnato sul fronte del rinnovamento della didattica contro i sistemi della scuola autoritaria e antidemocratica. Ha introdotto in Italia le tecniche di Freinet, la stampa del giornale, i testi liberi, la corrispondenza interscolastica, favorendo sempre tra i bambini un clima di libertà e di creatività: è sua la tecnica delle favole senza finale, che i giovani lettori devono terminare a loro piacimento, ricorrendo alla fantasia e alla scrittura creativa. Divenne famoso nel 1968, quando dall’esperienza di insegnante in una borgata romana trasse l’impulso a scrivere il fortunatissimo libro “Un anno a Pietralata”, pubblicato da La Nuova Italia e destinato a diventare il film “Diario di un maestro”, interpretato dal compianto attore Bruno Cirino, con la regia di Cesare De Seta. Da allora lo scrittore-pedagogista ha percorso tutta l’Italia in lungo e in largo, incontrando migliaia di scolaresche e insegnanti, partecipando a centinaia convegni, discutendo dei nuovi metodi di insegnamento, del tempo pieno, della libertà e della centralità dei bambini. Tra i suoi libri creativi di favole e racconti per ragazzi (che hanno meritato tutti un grande successo) ricordo soprattutto “Bobby va a scuola”, pubblicato nel 1981 dalle edizioni ERI della Rai, i cui dieci racconti furono sceneggiati e trasmessi dalla televisione; “Le avventure di Grodde” (Editori Riuniti, 1989); “La banda del bolide” (Dattena, 1991); “Tante storie sarde”; “Il palazzo delle ali”, e altri ancora. È dunque chiaro il motivo per cui segnalo quest’opera più recente di Albino Bernardini: perchè è uno scrittore che ha una lunga storia combattiva e creativa alle spalle e perchè ha contribuito a cambiare la scuola italiana, insieme a Mario Lodi, a don Lorenzo Milani, a Gianni Rodari, a Marcello Argilli e altri. Dopo essersi dedicato a centinaia di migliaia di bambini di tutto il mondo, eccolo il nonno Albino alle prese con i suoi sette nipotini: Mara, Emiliano, Mariavincenza, Simone, Francesca, Marta e Paola. Con loro Bernardini ha continuato a respirare l’aria fresca e pura dell’infanzia, ha rinnovato e rinfrescato l’emozione di vivere in mezzo ai bambini, al loro chiasso felice e alle loro innocenti emozioni.
Insomma, pur costretto a rimanere in casa per ragioni di salute, il vecchio maestro-scrittore è rinato ad ogni arrivo di un altro nipotino. Insieme a loro e grazie a loro ha potuto superare i momenti più tristi di questi ultimi anni (la malattia, la perdita della moglie), riscoprendo l’antica vitalità e l’antica forza che lo hanno sostenuto in anni lontani, alle prese con ben altre battaglie e sofferenze. Sono fortunati i suoi sette nipotini ad avere un nonno che li ha “raccontati”, che ce li ha presentati facendoceli amare come fossero anche nostri figli. I capitoli di questo diario intimo, affettuoso e sincero sono le porte attraverso cui lo scrittore ci ha consentito di entrare nella sua famiglia e nella sua casa, che ora sembra avere le pareti di cristallo. È trasparente come l’anima di Albino Bernardini, che pur essendo ultraottuagenario ha saputo conservare quel fanciullo che è dentro di noi, come ci ricordava Pascoli. E lo dimostra con questo libro che, nella sua semplicità e nel suo candore, ce lo restituisce ancora vitale e affettuoso. Ancora creativo e fiducioso nel futuro. Per questo non finiremo mai di essergli grati del dono che ancora una volta ci ha fatto.
Gerardo Trisolino
Il libro ha un titolo molto semplice, così come semplice è la sua struttura e la sua scrittura: “Nonno perchè non ci sgridi mai?”. È freschissimo di stampa: è stato, infatti, pubblicato in questo mese di maggio 2003 a Bagni di Tivoli, la città dove vive l’autore, il famoso “maestro di Piatralata”. Il volume (pp. 102, Euro 8,50) è stato illustrato da Angelo Falciano e contiene una breve prefazione epistolare di Marcello Argilli. Albino Bernardini è uno dei più grandi scrittori italiani per ragazzi, fraterno amico del compianto Gianni Rodari, conosciuto all’epoca del Movimento di Cooperazione Educativa (MCE). È nato a Siniscola, in provincia di Nuoro, nel 1917, ha partecipato alle campagne di Albania, Grecia e Jugoslavia durante la seconda guerra mondiale, esperienza di cui ha parlato in un libro molto importante: “Disavventure di un povero soldato” (Juvenilia, 1988), dedicato “ai ragazzi di tutto il mondo perchè capiscano meglio quanto è brutta e terribile la guerra”.
È stato uno dei più famosi insegnanti elementari, molto combattivo e innovativo, impegnato sul fronte del rinnovamento della didattica contro i sistemi della scuola autoritaria e antidemocratica. Ha introdotto in Italia le tecniche di Freinet, la stampa del giornale, i testi liberi, la corrispondenza interscolastica, favorendo sempre tra i bambini un clima di libertà e di creatività: è sua la tecnica delle favole senza finale, che i giovani lettori devono terminare a loro piacimento, ricorrendo alla fantasia e alla scrittura creativa. Divenne famoso nel 1968, quando dall’esperienza di insegnante in una borgata romana trasse l’impulso a scrivere il fortunatissimo libro “Un anno a Pietralata”, pubblicato da La Nuova Italia e destinato a diventare il film “Diario di un maestro”, interpretato dal compianto attore Bruno Cirino, con la regia di Cesare De Seta. Da allora lo scrittore-pedagogista ha percorso tutta l’Italia in lungo e in largo, incontrando migliaia di scolaresche e insegnanti, partecipando a centinaia convegni, discutendo dei nuovi metodi di insegnamento, del tempo pieno, della libertà e della centralità dei bambini. Tra i suoi libri creativi di favole e racconti per ragazzi (che hanno meritato tutti un grande successo) ricordo soprattutto “Bobby va a scuola”, pubblicato nel 1981 dalle edizioni ERI della Rai, i cui dieci racconti furono sceneggiati e trasmessi dalla televisione; “Le avventure di Grodde” (Editori Riuniti, 1989); “La banda del bolide” (Dattena, 1991); “Tante storie sarde”; “Il palazzo delle ali”, e altri ancora. È dunque chiaro il motivo per cui segnalo quest’opera più recente di Albino Bernardini: perchè è uno scrittore che ha una lunga storia combattiva e creativa alle spalle e perchè ha contribuito a cambiare la scuola italiana, insieme a Mario Lodi, a don Lorenzo Milani, a Gianni Rodari, a Marcello Argilli e altri. Dopo essersi dedicato a centinaia di migliaia di bambini di tutto il mondo, eccolo il nonno Albino alle prese con i suoi sette nipotini: Mara, Emiliano, Mariavincenza, Simone, Francesca, Marta e Paola. Con loro Bernardini ha continuato a respirare l’aria fresca e pura dell’infanzia, ha rinnovato e rinfrescato l’emozione di vivere in mezzo ai bambini, al loro chiasso felice e alle loro innocenti emozioni.
Insomma, pur costretto a rimanere in casa per ragioni di salute, il vecchio maestro-scrittore è rinato ad ogni arrivo di un altro nipotino. Insieme a loro e grazie a loro ha potuto superare i momenti più tristi di questi ultimi anni (la malattia, la perdita della moglie), riscoprendo l’antica vitalità e l’antica forza che lo hanno sostenuto in anni lontani, alle prese con ben altre battaglie e sofferenze. Sono fortunati i suoi sette nipotini ad avere un nonno che li ha “raccontati”, che ce li ha presentati facendoceli amare come fossero anche nostri figli. I capitoli di questo diario intimo, affettuoso e sincero sono le porte attraverso cui lo scrittore ci ha consentito di entrare nella sua famiglia e nella sua casa, che ora sembra avere le pareti di cristallo. È trasparente come l’anima di Albino Bernardini, che pur essendo ultraottuagenario ha saputo conservare quel fanciullo che è dentro di noi, come ci ricordava Pascoli. E lo dimostra con questo libro che, nella sua semplicità e nel suo candore, ce lo restituisce ancora vitale e affettuoso. Ancora creativo e fiducioso nel futuro. Per questo non finiremo mai di essergli grati del dono che ancora una volta ci ha fatto.
Gerardo Trisolino